Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Le due vie

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Brandi, Cesare 50 occorrenze

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egregiamente, una storia della fortuna critica di un’opera o di un autore, questo panorama storico finiva per essere più passivo che attivo, registrava

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tuttavia non restava più la stessa: aveva mutato identità. Troppo ostava a che, sulla base dell’esperienza di quello che era stato lo sviluppo delle

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all’oggetto, e che intendesse disfarsi dell’oggetto per proiettare direttamente, e non più per interposto oggetto, il proprio stato d’animo, creando

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Riconoscemmo a suo tempo la prima eventualità — l’arrestarsi cioè alla costituzione dell’oggetto — nella fotografia e nel cinematografo. Più tardi

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La possibilità di contemporaneità fra il modo della creazione «chiusa» e quelli aperti diviene tuttavia sempre più difficile a realizzare, per il

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due punti di stazione, per di più erroneamente identificati come quello dell’autore e quello del ricevente. La mimesi dovrebbe essere dalla parte dell

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isolano affatto, né tanto meno in modo incomprensibile, dal contesto vissuto attuale. Invece l’isolamento dell’architettura è, più che carenza di

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Ma la pressione economica doveva interferire pesantemente nell’architettura moderna, più che in qualsiasi altra arte. Già lo stesso Wright, fiero

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arieggino a sculture, all’abbondanza di libri da vedere più che da leggere, alle comodità funzionali dei mobili, come irraggiata integrazione di tutto

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, che è facile desumere pur da un confuso contesto vitale come il nostro. Mai epoca ha conosciuto infatti più miti laici della nostra, e dove tutto

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fenomeno sociale più grave del nostro tempo, la massificazione che è alienazione, riduzione dell’individuo ad un essere eterocomandato, spossessato, inerte

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degli artisti, soprattutto oggi dichiara, nello svolgimento in atto dell’arte, la sua pregnanza, talché anche più che quella del critico è la posizione

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di mezzi tanto più efficaci, quali, per esempio, il cinematografo, se, ancora, non si può fare a meno di constatare che, se il cinematografo è più

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comune. La crisi dell’arte contemporanea non è crisi di semanticità' risiede, rispetto all’arte che l’ha preceduta di poco più che vent’anni, nel nuovo

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Qualunque sia lo sfocio della fase attuale — e non saremo certo noi a emettere profezie — si può almeno osservare che, nelle punte più recenti, la

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corrisponde più nessun potere effettivo.

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L’essenza della fotografia non si deduce dal suo aspetto manifesto e utilitario, che sembra talmente esplicito da esimere da un’indagine più

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E quando si arriva a Degas — è solo il caso più noto — la fotografia può sembrare prendere nascostamente le redini e da serva fare da padrona. Ma se

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, nella formulazione, nelle sue più minute particolarità, fino a sfiorare l’evidenza esistenziale, si è ripresentata varie volte nella storia della

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La storia della fotografia, che pareva potersi scrivere in margine a quella della pittura, si rivela ora come la fonte più autentica per arrivare a

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Perciò era naturale che l’autentica fotografia fin dal principio, e sempre di più, non appena la disponibilità di un materiale più sensibile e il

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Questo assoluto parallelismo fra cinema e fotografia è confermato dal fatto che per il cinema, ancor più che per la fotografia si è avuto la gara per

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Ma se anche nella fotografia del cinema si vede passare (per approssimazione più sfuggente dato il movimento delle immagini) la storia della pittura

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Ma bisogna stare accorti a non confondere questa tendenza meramente riproduttiva e proliferante a inglobare nel cinema quante più sinestesie

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A riprova di ciò sta il fatto che, nel cinema più avanzato, non si cerca tanto l’assimilazione al teatro o al racconto o alla pittura, quanto l

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, reintegrato, nella formulazione, nella più minuta particolarità; e, in tal senso, si notava che varie volte si è ripresentato questo sviluppo durante la

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Il problema della pittura fiamminga sarà ora più facile ad inquadrarsi.

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momento della recezione dell’opera d’arte come tale. La struttura tecnica — anche quella più particolarmente tettonica dell’opera — non s’identifica alla

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Ma forse la cavia più illustre delle indagini psicoanalitiche è Leonardo da Vinci, che dal 1910, dal tempo cioè del famoso saggio di Freud, ha visto

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In quanto poi al terzo strato, a cui corrisponde l’intento interpretativo più ambizioso, ma anche quello più manifestamente meccanicistico, si fonda

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del Buon Pastore. A sinistra il paesaggio è molto più folto e indaffarato: è l’ambiente più consono alla realizzazione dell’amore fisico. Come si vede

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una realtà sui generis, possiamo ricordare che più di venti anni or sono, in assoluta indipendenza, avevamo già esplicitato l’arte come realtà pura 12.

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Abbiamo voluto soffermarci su una delle più dibattute applicazioni all’Estetica della teoria dell’informazione, nella sterminata bibliografia che la

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sistematicamente assunto, sorti, come è naturale, dal terreno, il più propizio, del pragmatismo americano, ma con i forti apporti di altre correnti

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’estetica, in area esclusivamente empirica, proprio nella sua novità maggiore, nell’aver fatto confluire la semantica nella fenomenologia, e più

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più «indifferente», e cioè meno carica di assunzioni e di aspettanze riguardo all’oggetto stesso, mentre questo oggetto potrà presentarsi in una

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il problema in termini di semantica, troviamo che il momento connotativo della parola è tanto più intenso nello schema preconcettuale che nel concetto

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ricevente, sia che ciò avvenga per un contemperamento con le richieste del ricevente, sia che l’artista accetti di trasporsi, coscientemente o no, e più

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, per di più pretendendo di surrogare l’indagine sulla struttura con la registrazione del comportamento del ricevente. Quasi che la trasformazione della

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meccanismo più evoluto della semiosi, ma proprio come il resultato più economico del contenimento massimo del percepito (la gamma dei suoni) sfruttando, ai

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linguaggio rappresenta solo un’accezione, anche se quella più evoluta, e certamente la semiologia porta alla ricostruzione interna della storia umana

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con una lingua è più apparente che reale, in quanto che manca il nucleo essenziale perché si abbia lingua, l’unione arbitraria del significato nel

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che fa il significato di un’architettura, la sua sostanza conoscitiva, e cioè l’uso a cui è destinata, rappresenta una genericità più che una

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per Leibniz rappresenta il principio più elevato, in quanto che il principio più elevato di tutti i princìpi primi è considerato il principio di

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, il più elevato non sarebbe il principio di identità ma il principio di ragione» 15.

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Vale tuttavia vedere più da vicino come il principio di indeterminazione abbia ridimensionato il principio di causalità. Sempre nel campo della

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«Il più importante nuovo risultato della fisica atomica — ha affermato Heisenberg 28 — è stato il riconoscimento della possibilità di applicare

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produce. La forma, se rappresenta un che in più sul contenuto, e a questo di più spetta la responsabilità dell’arte, svaluta il contenuto: ma il contenuto

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. Tanto più questo dovrà tenersi presente per la storia dell’arte, anche se non si tratti di storia come individuazione dell’opera d’arte-realtà pura, ma

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solo un fattore contribuente negli sviluppi della storia: la psicologia umana è un altro fattore, e neppure questi due insieme possono offrire più che

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